Numismatica Ranieri S.r.l.
Auction 15 21 Nov 2020
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REGNO D'ITALIA. Vittorio Emanuele II, 1861-1878.
5 Centesimi 1861 Milano. Æ gr. 12,45 Dr. Valore e data su tre righe tra quattro montagnole, circondati da due rami di alloro e di quercia; sopra, una stella raggiata; sotto il fiocco, il segno di zecca. Rv. Liscio. NI 28; Pagani P. 121 (Nota); Luppino IBR5.
Rarissima. q. FDC
Secondo l'opinione del Lanfranco (op. citata, in Rassegna Numismatica 1930 pag. 65), questo pezzo non rappresenta nè una prova d'impronta, nè una prova di caratteristiche tecniche di peso e dimensioni, ma si tratterebbe molto probabilmente di un blocco di bronzo che è servito ad un operaio stampatore per ricavare l'impronta di un conio di rovescio sulla pressa monetaria, prima di fissare il corrispondente conio dritto, allo scopo di verificare un cedimento irregolare (montagnole) delle stesso conio rovescio. (dal Pagani). Simoetti, nella nota di pag. 37 scrive: "Il Pagani...seguendo l'opinion del Lanfranco...ritiene che si tratti di una prova di stampa eseguita dall'operaio addetto alla coniazione per rendersi conto dei cedimenti irregolari (montagnole) nel rovescio della moneta, prima di fissare nella pressa il corrispondente conio del diritto". Crippa, alla nota di pagina 475 scrive: "...non è una vera prova, ma solamente un espediente tecnico realizzato in zecca". (dal Luppino).
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5 Centesimi 1861 Milano. Æ gr. 12,45 Dr. Valore e data su tre righe tra quattro montagnole, circondati da due rami di alloro e di quercia; sopra, una stella raggiata; sotto il fiocco, il segno di zecca. Rv. Liscio. NI 28; Pagani P. 121 (Nota); Luppino IBR5.
Rarissima. q. FDC
Secondo l'opinione del Lanfranco (op. citata, in Rassegna Numismatica 1930 pag. 65), questo pezzo non rappresenta nè una prova d'impronta, nè una prova di caratteristiche tecniche di peso e dimensioni, ma si tratterebbe molto probabilmente di un blocco di bronzo che è servito ad un operaio stampatore per ricavare l'impronta di un conio di rovescio sulla pressa monetaria, prima di fissare il corrispondente conio dritto, allo scopo di verificare un cedimento irregolare (montagnole) delle stesso conio rovescio. (dal Pagani). Simoetti, nella nota di pag. 37 scrive: "Il Pagani...seguendo l'opinion del Lanfranco...ritiene che si tratti di una prova di stampa eseguita dall'operaio addetto alla coniazione per rendersi conto dei cedimenti irregolari (montagnole) nel rovescio della moneta, prima di fissare nella pressa il corrispondente conio del diritto". Crippa, alla nota di pagina 475 scrive: "...non è una vera prova, ma solamente un espediente tecnico realizzato in zecca". (dal Luppino).
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