Napoli. Carlo II d'Angiò (1285-1309) (?). Tessera mercantile con testa di tipo angioino (Carlo II ?) e stemma della famiglia fiorentina Bardi, fine XIII-inizi XIV sec. AE. 3.51 g. 24.50 mm. R. Forata nel centro ('damnatio memoriae'?) Bel BB.
Documenti coevi testimoniano che i Bardi e i Peruzzi, in aggiunta alla loro attività di banchieri in Napoli, cambiavano valuta e 'coniavano monete' (De Blasis, La dimora di G. Boccaccio a Napoli, cap. I: i fiorentini nel Regno di Sicilia dal 1266 al 1309, 1892, p. 98). E' noto infatti che fin dai tempi di Carlo II i Peruzzi prestavano denaro alla Corte. Il Sovrano allora oltre alle agevolazioni di natura commerciale, fu costretto a passare nelle loro mani anche le più importanti entrate del fisco e quelle della zecca di cui questi mercanti ebbero l'appalto per quasi tutto il XIV secolo. E' lecito pensare che le coniazioni di cui parlano i documenti non si riferiscano ad emissioni vere e proprie, ma ad oggetti che talvolta venivano impiegati come tali: le tessere. (Vanni, Il segno dei mercanti, p. 72).