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Numismatica Ars Classica
Auction 85  24 May 2015
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Lot 33

Estimate: 5000 EUR
Price realized: 4000 EUR
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Desana

Delfino Tizzone, 1583-1598. Tallero, AR 28,00 g. Globo crucigero MAXIM II D G IMPE ROMAN SEMPER AVG Mezza figura corazzata a d., con spada nella d. e mazza nella s. Rv. NVM ARG IMP FVND A DELF TICIO COM DE Stemma con aquila bicipite caricata di scudetto con i cinque tizzi. CNI 2. Ravegnani Morosini 1. MIR 490.
Estremamente raro. q.BB / BB

Ex asta M&M XV, 1955, Rosero, 387. Acquistato privatamente da Ratto Numismatica marzo 1970.
Il personaggio effigiato sul dritto di questo rarissimo tallero dovrebbe risultare il conte Delfino anche se la leggenda indica Massimiliano II per grazia di Dio sempre augusto imperatore dei Romani. La leggenda può essere interpretata quale dedica all'Imperatore (già morto nel 1576) il quale aveva concesso l'investitura a Ludovico II, ed anche quale pretesa di legittimare le emissioni delle quali si era introdotto l'uso fin dai tempi di Ludovico ma che non erano mai state specificatamente autorizzate da alcun diploma imperiale; da notare che Delfino rientrava in Desana, quale legittimo proprietario, a seguito dell'investitura dell'8 aprile 1583 da parte dell'imperatore Rodolfo II. Il ritratto è simile a quello che


si trova sul tallero battuto da Antonio Maria con l'effigie del padre e sul quattrino con San Giuliano, l'unica piccola moneta che non sia evidente contraffazione di monete di altri stati. Anche in questo periodo, infatti, la zecca di Desana emetteva in gran numero monete contraffatte per cui fu intentato un processo al conte Delfino da parte di Rodolfo II il quale fu costretto infine ad intimargli, in data 8 ottobre 1595, di chiudere la zecca. La leggenda garantisce la moneta argentea imperiale battuta da Delfino Tizzoni conte di Desana (NUmus ARGenteus IMPerialis FUNDatus A DELFino TICIOne COMite DEcianae): assicurazione non davvero corrispondente al vero in quanto la lega del metallo usato risulta molto bassa. Questo tallero non è conosciuto dal Promis il quale però cita una moneta simile battuta intorno agli anni 1585/86 dallo zecchiere Luca Antonio Bosio, ricavando la notizia da una deposizione fatta da questi nel 1587.

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