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Artemide Aste s.r.l.
Auction LI  27-28 Apr 2019
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Lot 471

Starting price: 1500 EUR
Price realized: 1500 EUR
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Malta SMOM. Lotto di 9 medaglie in bronzo, sette delle quali firmate dallo scultore D'Antino, una firmata Giampaoli, una J. P. Tutte del XX secolo.

Medaglia Ludovico Chigi Albani della Rovere 76° Principe e Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta, AN. JUB. MCMXXXIV. Firmata Giampaoli. 30 mm.

Medaglia Ludovico Chigi Albani della Rovere 76° Principe e Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta. DOMVS PRIORATVS VRBIS 1945. 107 mm.

Medaglia Ludovico Chigi Albani della Rovere 76° Principe e Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta. CARITATE VRGENTE AETHERA SECO, 1950. 104.5 mm

Medaglia Ludovico Chigi Albani della Rovere 76° Principe e Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta.ORDINIS SIGNA JERVSALEM RELATA. ANNO AB INITIO PRINCIPATV XX. 123 mm.

Medaglia Ludovico Chigi Albani della Rovere 76° Principe e Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta. MELITAE. A. PRINCIPATVS XX. 126 mm.

Medaglia Congresso Mariano 1954. 99 mm.

Medaglia Ernesto Paternò Castello di Carcaci Luogotenente Generale del Sovrano Militare Ordine di Malta. 1955. 119 mm.

Medaglia Angelo de Mojana di Cologna 77° Principe e Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta ELECTVS A. D. VIII ID MAI A. MDCCCCLXII. 114 mm.

Medaglia Angelo de Mojana di Cologna 77° Principe e Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta. ELECTIONIS DECENNIVM SVAE IN DOMINO CELEBRANS 1972. Firmata J.P. 94 mm. AE. SPL.

Interesante insieme.
Nicola Eugenio D'Antino nacque a Caramanico (L'Aquila) il 31 ottobre 1880. A dieci anni divenne allievo di F. P. Michetti. Dal 1898 studiò a Roma sotto la guida dello scultore E. Ximenes. Frequentò poi, a Napoli, l'Accademia di belle arti, seguendo le lezioni di A. D'Orsi. Durante il soggiorno napoletano conobbe Gemito, Scarfoglio e Mancini, imbevendosi di verismo partenopeo: la sua produzione giovanile è influenzata dal naturalismo dei suoi primi maestri.
Tornato a Roma nel 1906, esordì alla Esposizione degli amatori e cultori di belle arti dello stesso anno.
Il clima romano era allora dominato, si può dire, da due principali linee di tendenza: una legata alle espressioni grafiche, rapide ed efficaci, di gusto liberty; l'altra del divisionismo pittorico.
In tale situazione il D'Antino elaborò un suo modo elegante e originale di stilizzare la figura esaltandone, attraverso la tridimensionalità, le linee slanciate, in questo influenzato dalla pratica del fregio filiforme e continuo.
Fu presente all'Esposizione degli amatori e scultori di belle arti del 1909, affermandosi in modo definitivo a giudicare da quanto ne scrisse Colasanti (1910): "scultore ad un tempo vigoroso e delicato, capace di ravvivare una bella forma con un profondo sentimento... espone un nudino di donna di rara solidità e un Ritratto di bambino che, per la vivacità e per la modellatura franca, nervosa, efficacissima, è una delle sculture più ammirate della mostra... ma tutta la sua fantasia arguta, tutto il suo spirito di osservazione appariscono nella Processione, cinque figurine di bimbi, nelle quali il sentimento del patetico si associa ad una comicità irresistibile ".
Partecipò nel 1911 all'Esposizione intemazionale di Roma.
A partire dal 1913 il D'Antino si configurò sempre più chiaramente come un secessionista. Negli anni dal 1913 al 1916 - arco di tempo scandito dalle quattro edizioni della mostra della Secessione romana, cui partecipò regolarmente - gli arrise il maggior successo di pubblico e di critica, unanime quest'ultima nel definirlo elegante, raffinato, squisito e vigoroso.
Si cimentò pure, tra il 1929 e il '31, con grandi realizzazioni plastiche, come le due statue di atleti in marmo, il timoniere e lo sciatore, del Foro Mussolini (Foro italico) a Roma, la grande fontana luminosa dell'Aquila (1933), il ritratto di Michetti a Francavilla al Mare (1938) e di D'Annunzio (1940).
Gli ultimi anni della vita dell'artista trascorsero tra i ricordi di una apprezzata carriera di scultore e la ripresa della pratica della pittura con la quale il D'Antino si era presentato alla Biennale di Venezia del 1934; rare le occasioni di mostrarsi in pubblico. Tra queste va segnalata la collettiva cui partecipò con V. Brozzi ed A. Bocchi, nel 1947, alla galleria Addeo di Roma.
Morì a Roma il 3 novembre 1966, lasciando una situazione ereditaria confusa che rende difficile una catalogazione complessiva della sua opera (Mario Quesada - Dizionario Biografico degli Italiani Treccani - Volume 32, 1986).
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