Artemide Aste s.r.l.
Auction LI 27-28 Apr 2019
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Beatrice d'Aragona (1457-1508), moglie di Mattia Corvino, re d'Ungheria. Medaglia uniface. D/ DIVA BEATRIX HVNGARIE REGINA. Busto a destra, velato. Armand II 82, 10. Hill-Pollard, Kress 83. Hill, Corpus, 238b. AE. mm. 43.80 Inc. Giancristoforo Romano. RRR. Bella fusione coeva. BB.
Beatrice d'Aragona era figlia di Ferdinando I d'Aragona; dal 1475 moglie di Mattia Corvino, re d'Ungheria. Essa condusse con sé nella nuova patria artisti e letterati italiani e condivise in pieno l'amore di Mattia Corvino verso l'arte e la cultura umanistica, di cui il re, prima ancora del suo matrimonio, aveva fatto centro la sua corte di Buda. Il re e la regina si circondavano dei più celebri umanisti italiani ed ungheresi del tempo e la celebre Biblioteca Corvina si arricchì di preziosi codici dedicati a Beatrice che portavano nelle miniature e nelle iniziali la sua effigie. Nel 1479 Giovanni Marco Cinico trascriveva con dedica a Beatrice un'opera del Carafa, e cioè il Tractato dello optimo cortesano, preziosa opera in cui il conte di Maddaloni si rivela quale precursore del Castiglione. Alla morte del marito (1490) sostenne la candidatura di Ladislao Iagellone al trono d'Ungheria in cambio di una promessa di matrimonio; ma le nozze, celebrate segretamente in quello stesso anno, furono poi (1500) annullate da Alessandro VI, e Beatrice dovette lasciare l'Ungheria riparando a Napoli.
L'attribuzione di questa medaglia è dubbia, seppur molti la ascrivano al repertorio di Giancristoforo Romano, Hill si discosta da tale valutazione e la attribuisce a Bartolommeo Melioli.
Nota in pochissimi esemplari: uno nella collezione Kress, uno nella collezione Dreyfus e uno al Museo di Budapest.
Beatrice d'Aragona era figlia di Ferdinando I d'Aragona; dal 1475 moglie di Mattia Corvino, re d'Ungheria. Essa condusse con sé nella nuova patria artisti e letterati italiani e condivise in pieno l'amore di Mattia Corvino verso l'arte e la cultura umanistica, di cui il re, prima ancora del suo matrimonio, aveva fatto centro la sua corte di Buda. Il re e la regina si circondavano dei più celebri umanisti italiani ed ungheresi del tempo e la celebre Biblioteca Corvina si arricchì di preziosi codici dedicati a Beatrice che portavano nelle miniature e nelle iniziali la sua effigie. Nel 1479 Giovanni Marco Cinico trascriveva con dedica a Beatrice un'opera del Carafa, e cioè il Tractato dello optimo cortesano, preziosa opera in cui il conte di Maddaloni si rivela quale precursore del Castiglione. Alla morte del marito (1490) sostenne la candidatura di Ladislao Iagellone al trono d'Ungheria in cambio di una promessa di matrimonio; ma le nozze, celebrate segretamente in quello stesso anno, furono poi (1500) annullate da Alessandro VI, e Beatrice dovette lasciare l'Ungheria riparando a Napoli.
L'attribuzione di questa medaglia è dubbia, seppur molti la ascrivano al repertorio di Giancristoforo Romano, Hill si discosta da tale valutazione e la attribuisce a Bartolommeo Melioli.
Nota in pochissimi esemplari: uno nella collezione Kress, uno nella collezione Dreyfus e uno al Museo di Budapest.