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Artemide Aste s.r.l.
Auction LI  27-28 Apr 2019
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Lot 774

Starting price: 500 EUR
Price realized: 550 EUR
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Alfonso Paleotti (1531-1610), arcivescovo di Bologna. Medaglia 1605. D/ ALFONSVS PALAEOTVS ARCHIEP BON SAC ROM IMP PRINCEPS. Busto con mozzetta a sinistra. R/ ANNO GRATIAE MDCV. Stemma. Toderi Vannel 1335. AE. mm. 65.70 Inc. Felice Antonio Casoni. Sigle da inventario L T nel campo al R/. Fusione originale dai nitidi dettagli. SPL.

Cugino del futuro arcivescovo di Bologna e cardinale Gabriele Paleotti, fu anch'egli arcivescovo di Bologna dal 1591. In seguito a una grave malattia si avvicinò al circolo di Filippo Neri alla Vallicella. Influenza su di lui ebbe, in numerose occasioni, il «visionario» Giovanni Francesco Parenti da Bolsena, da lui detto «il Vidente». Compose numerosi scritti mistici, nei quali si integrano anche le rivelazioni celesti ricevute dal Parenti. Proprio su ispirazione del Parenti decise di prendere gli ordini sacri e il 13 dicembre 1571 fu ordinato sacerdote in S. Giovanni in Laterano. Il 5 marzo del 1573 gli fu conferito da Gabriele Paleotti, anche per il desiderio di allontanarlo da Roma e dal suo ambiente misticheggiante, un canonicato nella cattedrale di Bologna, dove da allora visse stabilmente. In costante relazione epistolare con Carlo Borromeo, rimase sempre legato a una spiritualità oratoriana. Nella stessa famiglia del cardinale Paleotti non mancarono episodi di insofferenza verso il suo misticismo. Questi gli lasciò, a poco a poco, sempre maggiori responsabilità nella guida della diocesi. Gregorio XIV, in conseguenza del protrarsi dell'assenza da Bologna di Paleotti, gli conferì nel febbraio 1591 il titolo di arcivescovo di Corinto e lo nominò coadiutore con diritto di successione del cardinal Paleotti. Alla nomina non fu estraneo il sostegno di Filippo Neri. Venne consacrato vescovo a Ferrara il 24 febbraio 1591. Alla morte del cardinal Paleotti, avvenuta a Roma il 22 luglio 1597, gli successe prendendo possesso della diocesi il 27 luglio. La sua opera più famosa è un trattato sulla sindone del 1598 ( "Esplicatione del lenzuolo ove fu involto il Signore ") che fece seguito a un viaggio compiuto a Torino assieme a Gabriele Paleotti e a Carlo Borromeo. Il testo, composto in un clima di acceso misticismo, dopo la prima edizione del 1598 fu prontamente rivisto dal S. Uffizio, che ne operò una sostanziale espurgazione, tradottasi nella seconda edizione del 1599. La preoccupazione degli inquisitori era di non far emergere una concezione delle piaghe di Cristo diversa da quella attestata dalla tradizione. Se si vuole cercare il genuino pensiero di Alfonso ci si deve rivolgere, quindi, alla prima edizione del 1598. Non ricevette mai il cappello cardinalizio, contrariamente alla tradizione della sede bolognese.
Morì il 18 ottobre 1610 e fu sepolto in cattedrale. (Umberto Mazzone - Dizionario Biografico degli Italiani Treccani- 2015).
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