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Nomisma Spa
E-Auction 13  18 Dec 2019
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Lot 881

Starting price: 200 EUR
Lot unsold
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Anno 1818 - Per Premiazione agli Artisti Bronzo - 58 mm - 65,20 gr. - R2 (R3) - Opus: Vincenzo Catenacci - D'Auria n. 134 - Ricciardi n. 132. Coniata a Napoli. Al dritto: FERDINANDVS I . D . G . REGNI SICILIARVM ET HIERVSALEM REX P . F . A . Testa a destra del re con corona e lunga chioma. Al rovescio: NEC . ISTIS . PRAEMIA . DESVNT (né mancano queste cose belle) La rappresentazione delle Arti, la scultura al centro rifinisce una statuetta di Minerva; a destra, l'Architettura che misura con un compasso un capitello, a sinistra la Pittura con tavolozza e pennelli. A seguito di un incendio che la distrusse la notte fra il 12 e 13 febbraio 1816, la nuova sala interna fu ricostruita dal Niccolini. I lavori ripristinarono sostanzialmente lo stato precedente del teatro anche se, proprio in quest'occasione, fu riadattata la sala interna in modo che raggiungesse i 2500 posti a sedere. Fu inoltre eseguita la grande tela sul soffitto di 500 metri quadrati, opera di Antonio, Giovanni e Giuseppe Cammarano che raffigura Apollo che presenta a Minerva i più grandi poeti del mondo e furono introdotti da Camillo Guerra e Gennaro Maldarelli particolari decorativi, come l'orologio nel sottarco del proscenio in cui il Tempo indica lo scorrere delle ore mentre la sirena delle arti, in basso a sinistra, tenta di trattenerle come a dire che l'arte non ha tempo. La nuova riapertura fu inaugurata il 12 gennaio del 1817 con la cantata Il sogno di Partenope di Giovanni Simone Mayr, già stato al San Carlo con altri lavori tra cui la Medea in Corinto. Nel giorno di apertura, durante il suo Viaggio in Italia, si trovò a Napoli anche Stendhal, il quale assistendo all'inaugurazione del teatro, disse: «Non c'è nulla, in tutta Europa, che non dico si avvicini a questo teatro, ma ne dia la più pallida idea. Questa sala, ricostruita in trecento giorni, è un colpo di Stato. Essa garantisce al re, meglio della legge più perfetta, il favore popolare... Chi volesse farsi lapidare, non avrebbe che da trovarvi un difetto. Appena parlate di Ferdinando, vi dicono: ha ricostruito il San Carlo!» Questa bellissima medaglia, che esalta le Muse, probabilmente dovette servire per premiare gli artisti che collaborarono alla ricostruzione del Teatro San Carlo dopo l'incendio avvenuto a febbraio del 1816. Descrizione dell'Incisore: Vincenzo Catenacci, nacque nel 1786 a Napoli. Iniziò la carriera di incisore sotto la guida di Filippo Rega, che ne riconobbe da subito il talento. Già dal 1808, o forse prima, durante il periodo napoleonico il Catenacci eseguiva lavori in zecca senza firmarli, ma fu dal 1824 che iniziò ad apporre la sua firma sulle sue opere. Nel 1829 fu promosso primo incisore dei dritti nel Gabinetto di incisione della zecca di Napoli. Nel 1833, morto il Rega, il Catenacci lo sostituì diventando Direttore del Gabinetto di Incisione della zecca. Fu incisore di numerosissime medaglie, anche religiose, commissionate ufficialmente dai Borbone. Al contrario del suo predecessore Filippo Rega, il Catenacci continuò l'attività di incisore anche durante il ruolo di Direttore di Gabinetto. Morì il 26 marzo del 1855. Colpi diffusi e al bordo
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