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Nomisma Spa
E-Auction 13  18 Dec 2019
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Lot 906

Starting price: 100 EUR
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Anno 1830 - Gli uomini illustri del Regno delle Due Sicilie - Torquato Tasso Bronzo - 40,6 mm - 43,53 gr.- C - Opus: Vincenzo Catenacci e Achille Arnaud - D'Auria n. 165. Coniata a Napoli. Al dritto: TORQUATVS TASSO ITALICORVM EPICIRVM PRINCEPS Busto del poeta volto a sinistra. Sotto: L. TAGLIONI CON. V. CATENACCI SCVLP. Al rovescio: SVRRENTI NAT ANN A C. CICICXLIV Lira fra due rami di quercia intrecciati. Sotto: A. ARNAUD SCUL. Torquato Tasso nacque l'11 marzo 1544 a Sorrento, dal letterato bergamasco Bernardo segretario del principe di Salerno e Porzia de' Rossi, nobildonna di origini toscane. Nel 1554 Bernardo fu coinvolto in un tentativo di ribellione dei Sanseverino contro il viceré di Napoli e venne esiliato a Roma; il piccolo Torquato andò con lui e si separò dalla madre, che non avrebbe più rivisto. Questo trauma segnò l'infanzia del poeta ed ebbe certamente conseguenze sul suo equilibrio psicologico. Tra il 1560 e il 1565 fu a Padova, allora centro dell'aristotelismo italiano, dove studiò diritto, filosofia ed eloquenza, e per un paio d'anni proseguì gli studi a Bologna, anch'essa sede di una prestigiosa università. Nel frattempo iniziò una prima attività letteraria e compose nel 1562 il Rinaldo, un poema in ottave di 12 canti sulla materia cavalleresca del ciclo carolingio. Scrisse anche rime amorose, ispirate dalla passione per Lucrezia Bendidio e Laura Peperara, due nobildonne vicine alla corte estense, mentre già nel 1559 iniziò il progetto di un poema sulla prima crociata, che poi si sarebbe sviluppato nella Gerusalemme liberata. Nel 1565 si stabilì a Ferrara, dove lavorava al servizio del cardinale Luigi d'Este. Qui lavorò al poema iniziato nel 1559 e compì alcuni viaggi al seguito del cardinale, iniziò un periodo particolarmente felice e di intenso lavoro letterario, che vide in particolare la composizione dell'Aminta e il completamento della Gerusalemme liberata. Questo è però anche il periodo in cui Tasso cominciò a manifestare segni di squilibrio mentale e di inquietudine al punto da farsi esaminare dall'Inquisizione di Ferrara per scrupoli religiosi, venendone completamente assolto. La situazione precipitò nel 1577, quando il poeta aggredì con un coltello un servo da cui si credeva spiato, presente Lucrezia, e venne confinato per un periodo nel convento di S. Francesco; riuscì a fuggire e lasciò Ferrara, compiendo per alcuni mesi alcune nervose peregrinazioni per l'Italia. Nel 1579 tornò a Ferrara, sentendosi trascurato dalla corte, diede in violente escandescenze contro il duca e gli altri dignitari, per cui fu arrestato e rinchiuso per ordine di Alfonso nell'ospedale di Sant'Anna, dove sarebbe rimasto come prigioniero per sette anni. Trattato all'inizio come pazzo, fu sottoposto a una custodia estremamente dura che col tempo si attenuò, permettendogli anche di scrivere; a Sant'Anna Tasso compose molti dei 26 Dialoghi e tantissime lettere, con le quali si rivolgeva a vari signori d'Italia pregandoli di intercedere in suo favore per una liberazione. Nel luglio 1586 Alfonso II decise di liberare Tasso e lo affidò al cognato Vincenzo Gonzaga, che lo portò con sé a Mantova: il poeta uscì fortemente provato dalla lunga prigionia e iniziò in seguito una serie di viaggi nervosi e inquieti in varie città d'Italia, al servizio di vari signori, facendo tappa a Firenze, a Napoli e soprattutto a Roma, dove nel 1593 pubblicò il rifacimento completo del poema col titolo di Gerusalemme conquistata. Le sue condizioni di salute peggioravano e si ridusse a vivere in Vaticano, godendo di una lauta pensione concessagli dal papa; era in procinto di essere incoronato poeta, quando nel marzo 1595, aggravatosi, si fece portare nel convento di S. Onofrio sul Gianicolo dove morì il 25 aprile di quell'anno. Fu sepolto nella chiesa del convento, dove la tomba rimase a lungo priva di una lapide suscitando lo sdegno di diversi letterati del tempo, finché il cardinal Bevilacqua nel 1608 fece realizzare un monumento funebre ancor oggi presente nella chiesa. Descrizione dell'Incisore: Vincenzo Catenacci, nacque nel 1786 a Napoli. Iniziò la carriera di incisore sotto la guida di Filippo Rega, che ne riconobbe da subito il talento. Già dal 1808, o forse prima, durante il periodo napoleonico il Catenacci eseguiva lavori in zecca senza firmarli, ma fu dal 1824 che iniziò ad apporre la sua firma sulle sue opere. Nel 1829 fu promosso primo incisore dei dritti nel Gabinetto di incisione della zecca di Napoli. Nel 1833, morto il Rega, il Catenacci lo sostituì diventando Direttore del Gabinetto di Incisione della zecca. Fu incisore di numerosissime medaglie, anche religiose, commissionate ufficialmente dai Borbone. Al contrario del suo predecessore Filippo Rega, il Catenacci continuò l'attività di incisore anche durante il ruolo di Direttore di Gabinetto. Morì il 26 marzo del 1855. Achille Arnaud, figlio di Michele, con il quale già realizzava lavori in zecca, operò come incisore dal 1825 al 1834. Venne ammesso alla zecca di Napoli come primo incisore dei rovesci, collaborando con Vincenzo Catenacci e Francesco D'Andrea nell'incisione di molte medaglie e alcune monete borboniche. Ad esso viene attribuito il conio del rovescio della prima Piastra del 1831 di Ferdinando II di Borbone. La sua prima firma la si riscontra sulla medaglia per l'assunzione al trono di Francesco I di Borbone, coniata nel 1825. Achille Arnaud morì nel luglio del 1839, l'ultima sua firma la si riscontra sul rovescio delle medaglie degli Uomini Illustri realizzate nel 1834. Graffietti
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