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Nomisma Spa
E-Auction 13  18 Dec 2019
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Lot 954

Starting price: 500 EUR
Price realized: 650 EUR
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Anno 1860 - Francesco II - per la campagna di settembre - ottobre 1860 - Medaglia di Trifrisco Bronzo - 27,9 mm - 12,30 gr. - R3 - Opus: Bonfilio Zaccagnini - D'Auria n. 281 - Ricciardi n. 268. Coniata a Roma (797 esemplari coniati in bronzo). Al dritto: FRANCESCO II . RE DELLE DUE SICILIE Testa del Re a sinistra entro una corona di fronde di quercia e di alloro chiusa in basso da un nastro. Al rovescio: CAMPAGNA DI SETT.OTT.1860 entro corona di quercia e di alloro chiusa in basso da nastro. Nel campo: tre Gigli Borbonici. Sotto, TRIFRISCO CAIAZZO S. MARIA S. ANGELO GARIGLIANO Stella a cinque punte. Nastro: colore rosso-blu-rosso. A fine settembre del 1860, sulle opposte sponde del Volturno, si fronteggiavano circa 41.000 soldati borbonici e circa 24.000 garibaldini dell'Esercito Meridionale. Il grosso dell'Esercito Regio, con reparti scelti (8000 uomini) formati da mercenari svizzeri, austriaci e bavaresi era schierato alla destra del Volturno, con perno a Capua in una linea tra, Bellona, Vitulazio, Pignataro, Calvi, Sparanise e Teano. I borbonici erano superiori per artiglieria e cavalleria. Tra i garibaldini, su un fronte di 20 chilometri, c'erano circa 1300 volontari inglesi, americani, polacchi, ungheresi, francesi e reparti regolari dell'Armata Sarda di Vittorio Emanuele II. Tra i numerosi disertori borbonici passati con Garibaldi, c'era anche Carmine Crocco, in seguito brigante di Francesco II e successivamente in proprio. I primi scontri cominciarono il 16 settembre. I volontari ungheresi e la Legione del Matese, in un'azione definita azzardata da Garibaldi, riuscirono a conquistare Caiazzo, Piedimonte d'Alife e Roccaromana, ma furono respinti e dovettero ritirarsi, con forti perdite, a S. Angelo in Formis. Nella fase conclusiva, il primo ottobre, i borbonici, a sud del Volturno, cercarono di sfondare tra i Ponti della Valle-Maddaloni e S. Tammaro, S. Maria Capua Vetere, S. Angelo in Formis, cercando di convergere a tenaglia su Caserta. Dopo l'avanzata iniziale, i borbonici, respinti a Ponti della Valle da Nino Bixio, rafforzato dai rincalzi sopraggiunti, dovettero ripiegare su Dugenta. Ne' l'iniziale vantaggio, attorno a S. Maria Capua Vetere riuscì a concretizzarsi nell'avanzata verso la Reggia e la strada per Napoli, grazie anche alla mossa di Garibaldi di utilizzare la ferrovia per far giungere velocemente, da Caserta, la riserva strategica che guidò personalmente. La mattina del 2 ottobre 1860, anche l'ultimo reparto borbonico si sganciò rientrando nelle proprie linee. Le perdite per l'Esercito Regio furono: 306 caduti, 1.328 feriti, 389 dispersi. Totale 2.023 soldati; per l'Esercito borbonico: 260 caduti, 731 feriti, 74 prigionieri, 200 perdite accertate a Ponti della Valle e 2089 prigionieri il 2 ottobre. Totale 3.354 soldati. I garibaldini cominciarono l'assedio a Capua. Il 25 ottobre Garibaldi attraversò il Volturno a Triflisco ed avanzando per Bellona, Vitulazio, Pignataro, Calvi , Il 26 ottobre incontrò il re Vittorio Emanuele II presso Teano. A quel punto i Garibaldini furono messi in disparte e la campagna fu continuata dall'esercito sabaudo. Capua si arrese il 2 novembre 1860, mentre Francesco II nell'improbabile speranza di una soluzione diplomatica resistette a Gaeta fino al 14 febbraio 1861, quando, con Maria Sofia, lasciò la fortezza sulla nave francese Mouette. Il venticinquenne Francesco II andò in esilio a Roma: ospite di Pio IX, alloggiò prima al Quirinale e poi, dal novembre 1862, a Palazzo Farnese. Nel 1870 si trasferì a Parigi. La medaglia venne coniata ufficialmente nella zecca di Roma durante l'esilio di Francesco II nella città capitolina e dal 1861 all'aprile 1862 risulta una tiratura di 797 esemplari coniati in bronzo ed uno in argento (quest'ultimo completo di barrette delle battaglie e nastrino). Stando a questi dati dovremmo considerarla non molto rara, eppure lo è. Essa è tra le più ricercate dai collezionisti di militaria e faleristica risorgimentale, degli esemplari coniati, pochi ne sono sopravvissuti. Descrizione dell'Incisore: Bonfilio (o Bonfiglio) Zaccagnini, nacque a Chieti nel 1793. Fu incisore di camei in conchiglia e di medaglie. Per le sue grandi doti innovative nell'incisione su metallo e conchiglia fu assunto alla zecca di Roma sotto il papato di Pio IX, dove potè esprimere al meglio le sue doti realizzando i conii di medaglie religiose e commemorative di pregevole fattura. Morì a Roma nel 1867.
FDC
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