Artemide Aste s.r.l.
Auction LIII 2-3 May 2020
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Palermo. Ruggero II (1105-1154). Ducale, 1140. D/ Re Ruggero con corona di foggia bizantina con pendenti in abito lungo gemmato, con globo crucigero nella sinistra ed alla sua destra il figlio Ruggero in tunica militare, la destra appoggiata sull'elsa di una spada.Entrambi sostengono una croce greca su lunga asta posta su tre gradini. R/ Busto del Redentore nimbato di fronte. Sp. 72. Travaini 241. D'Andrea-Contreras 241. AG. g. 2.65 mm. 24.00 R. Insignificante mancanza del tondello. Altissima conservazione per il tipo di moneta. SPL.
L'iconografia di questa moneta ricorda l'investitura del ducato di Puglia concessa da Innocenzo II a Ruggero, secondogenito del Re Ruggero II, nel decimo anno del suo regno (1140), dopo la conquista definitiva della Puglia e la pacificazione del Regno. Il modello iconografico sarebbe da individuare in alcune emissioni auree di Alessio I a Salonicco aventi i tipi di San Demetrio, del periodo 1081-1085. Questa iconografia è una conferma dell'idea di potere e sovranità del Re normanno: la corona, il globo crucigero, le vesti, sono riprese dall'immagine imperiale bizantina, indicando come Ruggero II si fosse posto su un piano di parità effettiva rispetto all'imperatore d'Oriente, pur scegliendo di non usare i titoli propri del basileus. (Travaini 1995).
L'iconografia di questa moneta ricorda l'investitura del ducato di Puglia concessa da Innocenzo II a Ruggero, secondogenito del Re Ruggero II, nel decimo anno del suo regno (1140), dopo la conquista definitiva della Puglia e la pacificazione del Regno. Il modello iconografico sarebbe da individuare in alcune emissioni auree di Alessio I a Salonicco aventi i tipi di San Demetrio, del periodo 1081-1085. Questa iconografia è una conferma dell'idea di potere e sovranità del Re normanno: la corona, il globo crucigero, le vesti, sono riprese dall'immagine imperiale bizantina, indicando come Ruggero II si fosse posto su un piano di parità effettiva rispetto all'imperatore d'Oriente, pur scegliendo di non usare i titoli propri del basileus. (Travaini 1995).