Artemide Aste s.r.l.
Auction LIII 2-3 May 2020
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Avella. Niccolò Ianvilla Conte di Sant'Angelo dei Lombardi (Sec. XIII-XIV). Denaro tornese. D/ Croce patente. R/ Castello. Cf. CNI 1. Cf. Gamberini 190. Cf. Cagiati pag. 75. MI. g. 1.08 mm. 17.50 Unicum. Bel BB.
Della citta di Avella, l'antica Abella, si hanno notizie già in epoca greca per il suo ruolo commerciale con gli etruschi, insediatisi già prima a Capua e successivamente a Nola. In epoca romana divenne "civitas foederata " ospitando fino al termine della guerra sociale le tribù osco-sannitiche. Ad oggi si conosce solo una moneta di epoca medievale attribuita a questa zecca censita da Cagiati e conservata al Museo di Napoli. L'esemplare qui proposto in vendita presenta delle caratteristiche tipiche delle contraffazioni prodotte nel Centro Italia (lega metallica, stile della croce e legenda). La legenda del rovescio infatti richiama alla tipica scritta DE CLARENCIA ma, come per i tipi contraffatti dai signori locali, viene storpiata in qualcosa di simile e bizzarro ( DE CLARNCI). L'interpretazione della legenda del diritto è significativa per attribuire questa moneta: ABELLA.IA. Rispetto all'unica tipologia ad oggi nota questa si discosta significativamente ma sembra coerente con gli aspetti storici della zecca Avellana. Avella infatti era conosciuta come Abella come è anche possibile desumere dal "Cippus Abellanus ", un trattato fra Avella e Nola relativo ad un santuario di Ercole. Le lettere IA invece richiamano a Niccolò Ianvilla, conte di Sant'Angelo dei Lombardi, figlio di Philippe de Joinville e Ilaria de Susa, feudatario della città tra il XIII e il XIV secolo come da documenti dell'epoca. Sulla base di questi aspetti la moneta in questione confermerebbe la produzione, come avvenne nello stesso periodo da parte dei signori locali a San Severo, a Tocco di Casauria, a Limosano, ad Arta, a Campobasso di moneta contraffatta sul tipo del denaro tornese circolante nell'Oriente Latino.
Della citta di Avella, l'antica Abella, si hanno notizie già in epoca greca per il suo ruolo commerciale con gli etruschi, insediatisi già prima a Capua e successivamente a Nola. In epoca romana divenne "civitas foederata " ospitando fino al termine della guerra sociale le tribù osco-sannitiche. Ad oggi si conosce solo una moneta di epoca medievale attribuita a questa zecca censita da Cagiati e conservata al Museo di Napoli. L'esemplare qui proposto in vendita presenta delle caratteristiche tipiche delle contraffazioni prodotte nel Centro Italia (lega metallica, stile della croce e legenda). La legenda del rovescio infatti richiama alla tipica scritta DE CLARENCIA ma, come per i tipi contraffatti dai signori locali, viene storpiata in qualcosa di simile e bizzarro ( DE CLARNCI). L'interpretazione della legenda del diritto è significativa per attribuire questa moneta: ABELLA.IA. Rispetto all'unica tipologia ad oggi nota questa si discosta significativamente ma sembra coerente con gli aspetti storici della zecca Avellana. Avella infatti era conosciuta come Abella come è anche possibile desumere dal "Cippus Abellanus ", un trattato fra Avella e Nola relativo ad un santuario di Ercole. Le lettere IA invece richiamano a Niccolò Ianvilla, conte di Sant'Angelo dei Lombardi, figlio di Philippe de Joinville e Ilaria de Susa, feudatario della città tra il XIII e il XIV secolo come da documenti dell'epoca. Sulla base di questi aspetti la moneta in questione confermerebbe la produzione, come avvenne nello stesso periodo da parte dei signori locali a San Severo, a Tocco di Casauria, a Limosano, ad Arta, a Campobasso di moneta contraffatta sul tipo del denaro tornese circolante nell'Oriente Latino.