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Anno 1785 - Maria Carolina - Per il viaggio in Etruria Bronzo - 45 mm - 53,13 gr. - R3 - Opus: Giovanni Zanobio Weber - D'Auria n. 44 - Ricciardi n. 39. Coniata a Firenze. Al dritto: M . CAROLINA . A . AVSTR . SICIL . REGINA Busto a dx della regina. Sotto: I . VEBER. Al rovescio: IVNGIMVS . HOSPITIO . DEXTRAS . A sinistra quattro personaggi in piedi, volti a dx, guardano la figura allegorica dell'Arno disteso e sullo sfondo la città di Firenze. In esergo: NEAP . R . R . IN . HETR ADVENTVS 1785. Il viaggio in Etruria, organizzato in pompa regia su un vascello riccamente ornato con al seguito altre 12 navi, comportò, come prima, la visita al cognato Pietro Leopoldo, Granduca di Toscana. Ferdinando IV portò in dono un voluminoso pacco di illustrazioni, per mostrare ai Lorena i costumi popolari del regno di Napoli. In alcuni dipinti lui stesso appariva vestito da contadino. Più di duecento opere dei pittori della Real Fabbrica Ferdinandea. Grande fu la curiosità a corte, i dipinti furono esposti per giorni nella villa del castello prima di essere ritirati. Da Firenze la coppia reale si trasferì a Milano, Torino ed infine a Genova, dove ad attenderli oltre alla flotta originale si erano aggiunte altre navi: Inglesi, Olandesi e di Malta, per un totale di 23 navi, quale scorta magna al ritorno dei reali al porto di Napoli. Il viaggio in Etruria durò 4 mesi, costando più di un milione di ducati. Descrizione dell'Incisore: Giovanni Weber, detto Zanobi o Zanobio, nato nel 1737 e morto nel 1808 a Firenze, fu nipote e allievo nell'arte d'incisione dei coni del medaglista Lorenzo Maria Weber, pur non riuscendo a raggiungere lo stesso livello artistico. Nel periodo dal 1760 al 1765 Giovanni Zanobi lavorò a Firenze. Dal 1765 al 1770 si trasferì a Vienna per tornare a Firenze, lavorando in zecca dal 1770 al 1785. Nel 1786 ebbe il permesso di andare a lavorare alla zecca di Parma. Nel 1805 tornò a Firenze, dove rimase fino alla morte. Come medaglista Giovanni Zanobi fu alquanto prolifico: sono state individuate circa 120 medaglie di sua realizzazione. È probabile che la maggior parte le realizzasse in proprio, poiché fra i documenti archivistici della Reale Zecca di Firenze non figura quasi mai come autore di medaglie. Qualche volta ottenne però il permesso di utilizzare le macchine della zecca per coniare medaglie che gli erano state commissionate da privati. Nell'ambito della zecca di Firenze i suoi stessi superiori avevano scarsa considerazione delle sue qualità artistiche. Anche Giuseppe Pelli Bencivenni, nel commentare la medaglia coniata dal Weber per l'arrivo del granduca Pietro Leopoldo a Firenze nel 1765, scrisse nelle sue Effemeridi: "Il lavoro di J. Z. Weber non dà molte idee delle nostre arti in questo genere di cose". Le medaglie da lui fatte possono essere così raggruppate: medaglie relative al granduca Pietro Leopoldo, il Papa, i Reali di Napoli, l'imperatore Giuseppe II; una serie medicea (sono artisticamente le migliori); una serie dedicata ad illustri artisti (sono le meno belle, anche se si intravede in esse una certa abilità ritrattistica del Weber); un gruppo di quattro sole medaglie coniate a Parma e riguardanti illustri personaggi parmensi. un gruppo dedicato ad illustri personaggi dell'epoca, per lo più toscani. Si tratta in generale di medaglie fuse di grosse dimensioni. Alcune di queste medaglie non sono firmate ma sono attribuite a G. Z. Weber da alcuni studiosi. Un gruppo limitatissimo di medaglie (insegne) per collegi e conservatori. La principale impressione che si ricava osservando attentamente molte delle sue medaglie è quella di una certa superficialità sia artistica che tecnica. Ad eccezione delle medaglie della serie medicea, le sue opere sembrano quasi sempre delle "bozze". Dà l'impressione cioè di non essere capace o di non volere spendere troppo tempo su ogni singolo lavoro; rifugge dalle rifiniture e dai dettagli. Poiché la sua abilità è discreta, forse avrebbe prodotto lavori migliori se si fosse concentrato di più sulle singole opere, senza essere pressato dall'urgenza di terminarle nel più breve tempo possibile.
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