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Artemide Aste s.r.l.
Auction LIV  7-8 Nov 2020
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Lot 617

Starting price: 2500 EUR
Price realized: 2500 EUR
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Milano. Desiderio Re dei Longobardi (757-773). Tremisse. Stella a sei raggi, con sei fiammelle, entro cerchio. / Croce potenziata. CNI 8 var; Crippa (Verri) 1; Bernareggi 159/165; MEC 1 -; Fried. 669. AU. 0.95 g. 17.00 mm. RRRR. Estremamente raro. SPL/qSPL. Ex Gorny & Mosch 232, lotto 675.

Desiderio re dei Longobardi. - Duca di Tuscia (m. dopo il 774); morto re Astolfo senza eredi (756), fu proclamato suo successore; poté salire al trono per l'intervento di papa Stefano II, che lo appoggiò contro l'altro contendente, Rachi; nel 759 (per assicurargli la successione) si associò al potere il figlio Adelchi. Secondo i patti cominciò a cedere le città dell'Esarcato, come appartenenti al patrimonio di S. Pietro, ma, insospettito della politica papale che appoggiava gl'irrequieti ducati longobardi di Spoleto e di Benevento, s'irrigidì, deponendo i duchi e troncando ogni cessione territoriale. Il Papa ebbe l'aiuto dei Franchi, nonostante l'opera di conciliazione con i Longobardi svolta da Bertrada, regina dei Franchi, che aveva ottenuto (770) in isposa per il figlio Carlomagno la figlia di Desiderio, Desiderata o Ermengarda. Il ripudio di questa (771) fu seguito nell'estate del 773 dall'invasione franca. Desiderio, vinto alle Chiuse di Susa, fu assediato a Pavia, finché nel giugno del 774, arresosi, fu rinchiuso nel monastero di Corbie, dove poco dopo morì. Il tremisse d'oro di Desiderio è la prima coniazione della zecca di Milano in epoca medievale. L'esistenza saltuaria di un'officina monetaria a Milano è documentata dal III sec. d.C., più precisamente a partire dal 259-260, con le coniazioni dell'imperatore Gallieno. Dopo la devastazione della città ad opera del goto Uraria (539), la zecca di Milano venne chiusa. Soltanto due secoli più tardi, a metà dell'VIII secolo, il vecchio impianto fu rimesso in funzione durante il regno di Desiderio per il quale furono emessi tremissi in oro, recanti al dritto la scritta «Flavia Mediolano», diversamente abbreviata: l'appellativo «Flavia», presente anche su coniazioni di altre zecche italiane unito al nome della città, indicava probabilmente l'autorità regia che era alla base dell'emissione delle monete. (S. Crippa-C. Carlo, Le monete della zecca di Milano nella collezione di Pietro Verri, p. 9 e p. 22).
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